Contenzioso

Doppia contribuzione, Inps battuto a Forlì

di Mauro Pizzin

L'indicazione dell'attività di socio di una società di gestione immobiliare come “prevalente” in dichiarazione dei redditi non costituisce una prova sufficiente ad assoggettare la persona che riveste anche la qualifica di amministratore al versamento sia alla Gestione separata in quanto amministratore, sia alla gestione commercianti in quanto socio.

È basato (anche) su questa motivazione il ricorso vinto dall'Ancl, il sindacato unitario dei consulenti del lavoro, contro l'Inps e attinente al tema sempre caldo della doppia contribuzione pretesa dall'istituto nei confronti dei soci-amministratori di società commerciali, per la quale nel 2009 è stata avviata la cosiddetta operazione Poseidone.

Nel caso di specie, una sentenza del tribunale di Forlì ha dato ragione all'Ancl, il 15 gennaio scorso, accogliendo i ricorsi (tre procedimenti riuniti) presentati dal sindacato. Nel 2013 lo stesso tribunale aveva sospeso, peraltro, gli avvisi di addebito emessi dall'istituto. I ricorsi riguardavano, come anticipato, i contributi arretrati che l'Inps pretendeva dal socio di una società di gestione immobiliare.

In questo caso, come in altri, l'ente di previdenza aveva avanzato la richiesta basandosi sulla dichiarazione dei redditi e in particolare sul fatto che il soggetto interessato aveva barrato la casella in cui si indicava come prevalente l'attività di socio della suddetta società. I ricorsi dell'Ancl si sono basati, oltre che sulla considerazione che barrare la casella sull'attività prevalente in dichiarazione dei redditi non costituisce una prova sufficiente, anche sul fatto che una società di gestione immobiliare non svolge attività commerciale, nonchè, infine, sulla considerazione che è a carico dell'istituto l'onere di portare tutte le prove necessarie a dimostrare che l'attività del socio, da cui si pretende la doppia contribuzione, sia prevalente e che quindi sia obbligato a versare contributi anche alla gestione commercianti (in questo senso si era pronunciata qualche mese fa anche la corte d'Appello di Milano). Il tribunale di Forli ha accolto l'istanza dell'Ancl e ha condannato l'istituto a rimborsare anche le spese processuali.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente nazione dell'Ancl, Francesco Longobardi, anche alla luce del fatto che stanno arrivando a conclusione diverse altre cause pilota promosse dall'ufficio legale in altri tribunali, fra cui quelli di Trani e di Bergamo, i cui esiti, secondo il sindacato, non si prospettano diversi. «A questo punto - ha affermato Longobardi - si può ben affermare che l'operazione Poseidone si sta rivelando un vero e proprio flop. Come, del resto, è giusto che sia: si tratta, infatti, di un'operazione ingiusta sia nel merito che per le indicazioni gravemente contraddittorie cui sono stati sottoposti i contribuenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©