Controlli ispettivi, con l'azione d'intelligence interventi mirati e dispersione ridotta

Ormai anche l'attività ispettiva in materia di lavoro non può prescindere da una preventiva azione di intelligence sottostante la programmazione degli interventi prevalentemente mirati al contrasto del lavoro sommerso.
Il ministero ne fa esplicito richiamo nel documento di programmazione dell'attività di vigilanza per l'anno in corso.
Del resto lo studio, la ricerca, la mappatura, le informazioni dirette ed indirette relative ai vari fenomeni di illegalità che si accompagnano spesso ad una pur legittima attività lavorativa non possono non costituire causa di distorsione di un corretto svolgimento mercato del lavoro e dei relativi rapporti che sono alla base di una leale concorrenza.
Peraltro, riscontrare un aumento, in percentuale, dei lavoratori trovati in nero (56% nel 2014 rispetto al 38,52% nel 2013), non significa certamente solo che è aumentato il ricorso al lavoro sommerso, ma soprattutto che l'attività di programmazione è stata più mirata, preventivamente studiata a tavolino e tanto più tale percentuale aumenta, tanto più l'azione ispettiva è stata sufficientemente mirata e non dispersiva. In merito a quest'ultimo aspetto, poiché non può ignorarsi che l'accesso ispettivo di per sé crea dei contrattempi per il soggetto sottoposto a controllo, è evidente e consequenziale che una programmazione non sapientemente preparata potrebbe essere inutilmente indirizzata verso imprenditori non interessati al fenomeno per il quale l'ispettore è comandato. Tale dispersione inciderà negativamente oltre che sul soggetto inutilmente ispezionato, sulla stessa efficacia della programmata attività di vigilanza.
A tali principi si ritiene si sia ispirato il documento ministeriale in esame allorché chiarisce che la programmazione ivi riportata è stata realizzata tenendo conto dell'analitica mappatura dei fenomeni di irregolarità e della segnalazione delle criticità che contraddistinguono le singole aree geografiche.