Agevolazioni

A rischio le agevolazioni delle imprese anche per irregolarità di lieve entità

di Matteo Prioschi

Più tempo per regolarizzare una situazione contributiva e proporzionalità tra debito riscontrato e agevolazioni da restituire. Sono due delle soluzioni proposte dal presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, in una lettera indirizzata a Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e delle politiche sociali per risolvere una situazione che sta creando disagio alle aziende.

In base a quanto previsto dall’articolo 1, comma 1175 della legge 296/2006, la fruizione di benefici contributivi e normativi in materia di lavoro è subordinata alla regolarità contributiva, che viene attestata tramite il Durc (documento unico di regolarità contributiva). La verifica della situazione del datore di lavoro avviene ormai in forma automatizzata e, a fronte di irregolarità, l’Inps invia una diffida ad adempiere entro 15 giorni. Se la posizione non viene regolarizzata entro tale termine, ricordano i consulenti del lavoro nella lettera, scatta il divieto di dedurre le agevolazioni finché non ci si rimette in regola e la restituzione delle agevolazioni già fruite nel periodo della irregolarità.

Secondo i consulenti, però, i 15 giorni a disposizione sono insufficienti per garantire il diritto di difesa del contribuente, soprattutto perché le contestazioni possono riguardare il quinquennio precedente e quindi eventuali verifiche richiedono tempo e la necessità di confrontarsi con le sedi territoriali dell’Istituto, che però «spesso non sono in grado di fornire un’assistenza qualificata in quanto imputano la gestione dei calcoli alla sede centrale». Ma anche la richiesta di un pagamento rateale, che consente di ritornare in bonis, può richiedere tempi superiori ai 15 giorni. Questo termine, si legge nella lettera è «assolutamente incongruo rispetto alla mole di attività che occorre porre in essere sia per dimostrare l’infondatezza del credito dell’Istituto ovvero per determinare in concreto le modalità di pagamento del dovuto. Anche perché molte di queste attività non dipendono dall’iniziativa dell’imprenditore interessato dalla vicenda ma dai tempi di riscontro della Pubblica amministrazione».

Proprio per ridurre i casi in cui “gli sconti” vengono disconosciuti a posteriori, dal luglio scorso l’Inps ha messo a disposizione la dichiarazione preventiva di agevolazione, con cui il datore di lavoro può anticipare la volontà di beneficiare di un’agevolazione e ottenere mensilmente la conferma o meno della sua regolarità. Tuttavia questo meccanismo può valere per il futuro, ma non per i bonus fruiti in passato.

Il meccanismo attuale, sottolineano i consulenti, determina anche che, a fronte di un debito di importo contenuto, si possano perdere anni di benefici contributivi.

Una situazione che potrebbe essere risolta con tre interventi: portare da 15 a 45 giorni il termine entro cui regolarizzare la situazione; chiarire che una volta effettuata la regolarizzazione oltre il termine non si debba restituire quanto conguagliato in precedenza (a differenza di quanto sostenuto nella circolare 34/2008 del ministero del Lavoro); introduzione di un principio di proporzionalità tra debito contributivo e agevolazione goduta da restituire.

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