Agevolazioni

Requisiti sotto esame per l’incentivo under 35

di Alessandro Rota Porta

Per fruire dell’incentivo introdotto dalla legge di bilancio 2018 con l’obiettivo di promuovere l’occupazione stabile, l’azienda interessata dovrà mettere in campo una serie di verifiche. Diversamente, si potrebbe ritrovare a dover restituire i contributi risparmiati, con l’applicazione delle sanzioni civili: infatti, l’Inps ha messo in campo un sistema capillare di controlli che ha già portato al disconoscimento degli incentivi legati a numerosi rapporti di lavoro, poiché privi dei requisiti richiesti dalle norme di riferimento.

I requisiti del lavoratore

In primo luogo, per accedere al nuovo bonus, va accertata la presenza delle due condizioni soggettive, da parte dei lavoratori incentivati:

il requisito anagrafico, dal momento che le persone da assumere non devono aver compiuto il trentacinquesimo anno di età (per il 2018);

il fatto di non essere mai stati occupati a tempo indeterminato con lo stesso o con un altro datore di lavoro.

L’unica deroga a quest’ultimo principio consiste nella previsione che rende neutri gli eventuali periodi di apprendistato, svolti, però, presso un altro datore di lavoro e non proseguiti con un rapporto a tempo indeterminato.

Un valido strumento per accertare quest’ultima condizione potrà essere costituito dalla possibilità che è stata concessa – alle agenzie per il lavoro e agli iscritti all’albo nazionale dei soggetti accreditati ai servizi per il lavoro – di verificare i dati relativi alle persone in stato di disoccupazione, appena questa sarà resa operativa dall’Anpal.

Le condizioni per il datore

Oltre ai requisiti soggettivi del lavoratore, è necessario il rispetto di una serie di condizioni per il datore di lavoro che realizza l’assunzione: l’esonero contributivo spetta se, nei sei mesi precedenti e presso la stessa unità produttiva, non sono stati effettuati licenziamenti per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi.

Non basta. Vanno anche rispettate le regole generali per la fruizione degli incentivi che causano il loro diniego se:

l’assunzione costituisce attuazione di un obbligo preesistente;

l’assunzione viola il diritto di precedenza, derivante dalla legge o dal contratto collettivo;

in linea generale, se il datore di lavoro ha in atto sospensioni dal lavoro legate a una crisi o riorganizzazione aziendale.

Queste verifiche vanno estese anche al caso della trasformazione a tempo indeterminato di un contratto di lavoro a termine, contemplata dalla legge come ipotesi agevolata. In questo caso, oltre al presupposto che la conversione sia successiva al 1° gennaio 2018, serve la sussistenza del requisito anagrafico (under 35) alla data della trasformazione e il rispetto delle condizioni soggettive e oggettive elencate sopra.

Le regole anti-abusi

Il legislatore ha introdotto un meccanismo anti-abusi che può portare al blocco dell’incentivo ma anche alla revoca delle quote di esonero fruite, se scatta il licenziamento per giustificato motivo oggettivo del lavoratore agevolato assunto o di un lavoratore impiegato nella stessa unità produttiva e inquadrato con la stessa qualifica del lavoratore incentivato. Questa “limitazione” opera solo per il datore di lavoro che ha messo in atto il licenziamento. È prevista invece la possibilità di godere delle quote residue di esonero per altri datori che assumano nuovamente a tempo indeterminato il lavoratore agevolato, indipendentemente dalla sua età al momento della nuova assunzione.

La piena operatività dell’incentivo arriverà solo dopo l’emanazione della circolare dell’Inps che dovrà definire le procedure operative: i benefici collegati alle assunzioni agevolate realizzate nel frattempo non andranno comunque persi ma potranno essere recuperati con le modalità comunicate dall’Istituto.

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