Agevolazioni

Effetto bonus Sud sul boom di occupati: 55mila nuovi assunti

di Claudio Tucci

Poco più di 35mila uomini (35.080, per l’esattezza), 20.540 donne: nei primi cinque mesi dell’anno sono state 55.620 le domande che i datori di lavoro meridionali hanno inoltrato all’Inps per ottenere il «bonus Sud», il nuovo esonero contributivo, fino a un massimo di 8.060 euro annui, introdotto a gennaio dall’Anpal, la neonata Agenzia nazionale per le politiche attive , per assumere, o stabilizzare, a tempo indeterminato (o in apprendistato) under25 o disoccupati di lunga durata (vale a dire, persone, di qualsiasi età, che al momento della firma del contratto, risultano senza un impiego da almeno sei mesi - per vantare il requisito è necessario che l’interessato sottoscriva la dichiarazione di immediata disponibilità).

La stragrande maggioranza di queste assunzioni “agevolate” sono veri e propri contratti stabili appannaggio di disoccupati, di un po’ tutte le fasce d’età, soprattutto però over30, e ciò spiega, in parte, anche gli ultimi dati Istat di aprile, che hanno registrato in un mese 94mila occupati in più (di cui 39mila permanenti) essenzialmente nella fascia “senior” e un calo di 0,4 punti del tasso di disoccupazione (sceso all’11,1 per cento).

L’incentivo targato Anpal, che - in vista del taglio strutturale del cuneo sul lavoro stabile a partire dai giovani atteso in autunno - ha sostituito la decontribuzione generalizzata in vigore nel 2015 e 2016 per effetto del Jobs act, ha una dote complessiva di 530 milioni di euro (sono tutte risorse Ue), così suddivisa: 500 milioni sono a disposizione delle regioni “meno sviluppate” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), mentre i restanti 30 milioni vanno ai territori “in transizione” (Abruzzo, Molise, Sardegna). A beneficiare del “bonus Sud” possono essere tutte le assunzioni effettuate fino al 31 dicembre 2017 da imprese ubicate in una delle sopracitate otto regioni meridionali (per il lavoratore si prescinde dal luogo di residenza - unico requisito soggettivo, se over25, è l’attestazione dello stato di disoccupazione).

Dopo alcuni ritardi e disguidi amministrativi, sbloccati, questi ultimi, nei giorni scorsi, la misura è ora ufficialmente decollata, e il presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, ha anticipato al Sole 24 Ore il primo report di monitoraggio, condiviso con l’Inps: al 26 maggio scorso delle oltre 55mila istanze complessive inoltrate, quasi 48.700 provengono dalle regioni “meno sviluppate”. Le istanze confermate sono già 37.558 (si stanno recuperando gli arretrati causati dai fermi dei mesi scorsi).

«I numeri iniziali evidenziano un buon andamento dell’incentivo - ha commentato il professore Del Conte -. Le assunzioni a tempo indeterminato stanno premiando, come era intenzione del governo, le platee disagiate e più in difficoltà del mercato del lavoro meridionale, vale a dire giovani e disoccupati da lungo tempo. Il bonus, seppur selettivo, è stato congegnato in modo semplice e chiaro, e questo viene apprezzato dalle aziende».

Il riferimento è al precedente incentivo selettivo al Sud disegnato da Letta-Giovannini, molto complesso e con diversi paletti per la fruizione (per esempio, il titolo di studio - il mancato possesso del diploma scolastico, ndr). Tutti “ostacoli”, ora, espunti da questo nuovo «bonus Sud».

Tornando ai dati del primo monitoraggio Anpal, il 62,9% delle domande di “sgravio” confermate riguarda uomini. L’età media della popolazione maschile è di 36 anni, per le donne si scende a meno di 34 anni (la componente femminile assunta con il «bonus Sud» si concentra soprattutto nella fascia d’età 20-34 anni). Nel complesso, il 17,8% delle istanze convalidate riguarda giovani (15-24 anni), il 59,5% persone tra i 25 e i 44 anni. Il restante 22,7 per cento (vale a dire, una su cinque) interessa lavoratori over45, a testimonianza, ha aggiunto Del Conte, «di come si stiano recuperando con contratti a tempo indeterminato anche persone espulse dal mercato del lavoro a causa della crisi. Il fatto poi di aver utilizzato, nell’operazione, fondi europei, dimostra, anche, l’importanza di queste risorse, in affiancamento a quelle nazionali, per ottenere risultati su crescita e occupazione».

Da segnalare, infine, che oltre due terzi degli oltre 37mila rapporti confermati sono nuove assunzioni permanenti. Un ulteriore 26,7% sono trasformazioni di precedenti contratti a termine. Il restante 5,1% sono invece rapporti d’apprendistato: un valore basso, ma che risente, normativa alla mano, della concentrazione pressochè esclusiva di questa tipologia negoziale tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni.

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