Agevolazioni

Test di convenienza sui bonus assunzioni

di Francesca Barbieri e Alessandro Rota Porta

Dal bonus giovani a quello per le donne e gli over 50. Dagli incentivi all'apprendistato a quelli per l'inserimento di lavoratori in mobilità o che ricevono l'Aspi. La nuova agevolazione - prevista dal disegno di legge di Stabilità -, che azzera i contributi per un triennio alle imprese che assumono in pianta stabile lavoratori nel 2015, va a inserirsi in un puzzle con tanti tasselli di aiuti per le assunzioni, che in passato hanno faticato a trovare un efficace collocazione a causa del freno tirato da eccessi di burocrazia e norme inattuate.

Una misura di carattere temporaneo e non strutturale di riduzione degli oneri previdenziali, che punta a incentivare le imprese ad anticipare al 2015 nuove assunzioni eventualmente programmate per gli anni successivi, come a voler dare una fiammata all'occupazione. E che nelle intenzioni del Governo dovrebbe essere il volàno per rilanciare l'occupazione a tempo indeterminato, con la creazione «di 800mila posti di lavoro stabili» come ha dichiarato venerdì scorso al Sole 24 Ore il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. L'equivalente di circa la metà delle assunzioni a tempo indeterminato che vengono realizzate in un anno come si evince dal rapporto sulle comunicazioni obbligatorie riferito al 2013.

Dalle elaborazioni realizzate confrontando il costo di un'assunzione, sotto il profilo contributivo – con e senza i principali incentivi oggi disponibili - risulta che l'apprendistato, almeno nell'industria, resta ancora la formula contrattuale più conveniente (soprattutto perché l'importo lordo della retribuzione è inferiore). Ma va tenuto presente che il datore di lavoro deve mettere in campo un impegno maggiore, in primis per l'obbligo di formazione del giovane, un freno che nel corso di questi anni ha creato le maggiori criticità (il contratto riguarda appena il 3,1% delle nuove assunzioni) e, in più, dal 2015 si dovrà rinunciare ai benefici contributivi riferiti all'anno successivo al termine del periodo formativo (cancellati dal Ddl di stabilità).

Sempre dalle simulazioni realizzate, nell'arco di dodici mesi appare particolarmente appetibile, per i datori, il secondo bonus previsto dal Governo Letta per chi recluta i percettori di Aspi (l'assicurazione sociale per l'impiego): nel caso considerato, per un'assunzione di un operaio metalmeccanico, per esempio, questo incentivo riduce il costo mensile a carico del datore a 1.454 euro, di poco superiore ai 1.414 euro da versare per un apprendista. L'importo massimo dell'Aspi previsto attualmente è di 1.166 euro mensili: il contributo potenziale che il datore potrebbe incassare è dunque di 583 euro al mese.

Ma il nuovo sgravio contributivo vince sulla durata rispetto ai principali incentivi già esistenti sulle assunzioni: tre anni, rispetto ai 18 mesi del bonus giovani e ai 12 di quello relativo a donne e over 50. Ed è a pari merito con l'apprendistato.

In più, si presenta a carattere trasversale, fatta salva la condizione che il lavoratore nei 6 mesi precedenti il contratto non abbia avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Questo aspetto, secondo gli addetti ai lavori, faciliterà le imprese che - di solito - per garantirsi i benefici contributivi, devono intersecare un puzzle di requisiti. E ha un budget maggiore, pari a un miliardo l'anno (rispetto ad esempio agli 800 milioni del bonus giovani), che dovrebbe aumentare a 1,8 miliardi per il 2015, grazie al venire meno dei benefici contributivi per chi stabilizza gli apprendisti e alla razionalizzazione degli incentivi sulle assunzioni: scompare, infatti, lo sgravio Inps che era destinato ai disoccupati e cassintegrati di lungo periodo, pressoché analogo con quello introdotto per i neoassunti.

I “vecchi” incentivi potrebbero invece tornare utili sulle stabilizzazioni dei contratti a termine agevolati (come il bonus giovani o anche quello destinato alle donne e agli over 50).

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Il confronto tra i bonus

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